A partire dalle epoche più remote, l’antichissimo nucleo abitato di Piano del Voglio (con il toponimo Pian del Voglio si indica solo e soltanto la vicina uscita autostradale) così come i suoi territori circostanti, costituivano una delle aree di primaria comunicazione tra la Toscana e l’Emilia. Infatti nell’anno 187 (avanti Cristo) venne costruita la via “Flaminia Militare” che, attraverso l’appennino Tosco Emiliano, collegava Firenze a Bologna toccando il Passo della Futa, Monte Lunario, Monte Bastione, Monte Venere, Monte Adone, entrando nella Valle del Savena fino a raggiungere San Ruffillo e Bologna. In epoca bizantina, Pian del Voglio si trovava in zona di confine tra l’area di influenza bizantina dell’esarcato di Ravenna e il Ducato Longobardo. Resta anche il toponimo del fiume che scorre alle sue pendici denominato “Setta” che in latino tra origine da “Sectum” ossia confine e linea di separazione. A Pian di Balestra sul monte “Ballistam” venne innalzato un punto di difesa bizantino più forte che era munito di molte catapulte e balestre pesanti e che veniva costantemente presidiato dai legionari detti“Pilanus” (dal latino legione di soldati muniti di giavellotti). Da qui ha origini il nome antico di “Pilianum” ossia un accampamento con torre di vedetta (ubicata presumibilmente dove oggi c’è l’antico Palazzo sopra la chiesa arcipretale con nell’attuale posizione della piazza del mercato un accampamento di guardia alla vicina frontiera longobarda.
di Maurizio Valentini, dal sito del Comune di San Benedetto Val di Sambro